Un mondo nel mondo / Stephen Spender. Barbès 2009. (segnalazione)
Un mondo nel mondo
Stephen Spender
Traduzione dall’inglese di Maria Luisa Bassi
320 p. ; 12 €
Barbès, Firenze 2009
Titolo originale: World Within World. The Autobiography of Stephen Spender
(Camilla Valletti ne ha scritto su TuttoLibri, inserto di recensioni de La Stampa: articolo che riproduco qui grazie alla licenza Creative Commons cui sono soggetti tutti gli articoli di TuttoLibri)
AUTOBIOGRAFIA: «UN MONDO NEL MONDO»
Spender, malinconico felice
Nel trittico composto con Auden e Isherwood, poi battezzato dalla critica «Oxford Boys», Stephen Spender fu senz’altro il più umano, il più battagliero, il più instancabile viaggiatore e appassionato osservatore dei tre. Considerato poeta di minor talento, è arrivato alla cronaca letteraria, anche italiana, nel 1992 con il libro autobiografico Un mondo nel mondo uscito dal Mulino e ora riproposto da Barbès, con una nuova prefazione del figlio (trad. di M. L. Bassi, pp. 567, €12).
Spender è uno scrittore da riscoprire, a prescindere dalla sua storia amorosa (che contempla diversi amori omosessuali tra cui il profondo sodalizio con Isherwood). Scritto al principio degli Anni Cinquanta, Word within Word è un esemplare racconto di vita ricostruita attraverso il filtro delle proprie scelte intellettuali e emotive.
Rampollo di una famiglia borghese assai rigida e molto attenta alle proprie finanze, Spender ricevette un’educazione davvero straordinaria perché si trovò nel cuore della corrente liberale del tempo. Di ideali socialisti, seguì l’amante di allora nella guerra civile di Spagna, dove combattè tra le file dei rivoluzionari (questo soprattutto il melò cui si sarebbe ispirato, fino al plagio, David Leavitt per il suo Mentre l’Inghilterra dorme).
Lo spirito dritto, la scelta della ragione come opzione ultima, anche in campo sentimentale («l’amore, se anche non è una disciplina di paura, è pur sempre una disciplina»), e una scrittura articolatissima lo differenziano dai grandi «pettegoli» del suo tempo.
A ogni avvenimento si accompagna una riflessione, una ricerca analogica con un altro fatto, un altro paesaggio, un altro personaggio. Felice di aver attraversato l’esistenza alla ricerca di una forma più perfetta di condivisione: cosi’ visse anche le sue esperienze omosessuali, con l’ingenua e confessata convinzione che l’uguale non esista ma vada cercato. Spender, non a caso più di Auden, fu oggetto di studio di un altro malinconico/ felice della nostra tradizione critica, Giorgio Manganelli.
CAMILLA VALLETTI
Copertina della prima edizione in Italia,
Bompiani 1954,
Trad. di Francesco Santoliquido
Qui trovate tre articoli usciti sul Corriere in occasione della morte di Spender, il 18 luglio 199, di Riccardo Chiaberge, Gaia Servadio, Roberto Sanesi.
Su federiconovaro.eu trovate i link a tutti gli articoli comparsi sul blog, ordinati per categorie e ordine alfabetico.
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