TULLIO PERICOLI negli Oscar
FN aveva visto
questo Oscar
taaaanto tempo fa,
poi, è l’età,
se n’era dimenticato.
Ma le cartoline
per loro natura
hanno un rapporto
ondivago col tempo.
Naturalmente
è una cosa bellissima
che ci sia questo
libro
-è il catalogo della mostra
che si tenne
da Lorenzetti arte a Milano
alla fine del 2012-
che raccoglie 80 ritratti di
Pericoli.
Quel che interessa qui
è l’occasione,
cioè,
ricorderete, che Mondadori
fece dei Meridiani
con sulla sovracoperta -erano 10 mi pare-
dei ritratto b/n di Pericoli.
Forse avevano anche un
prezzo speciale.
Non so se è dall’inizio proprio,
non ricordo -e come fare a saperlo, ora?
dove reperire l’informazione?-,
ma i Meridiani sono uguali da sempre,
confezionati
in un cofatetto
di cartoncino leggero leggero
con su, uguale da una parte e dall’altra,
un ritratto fotografico
dell’autore o dell’autrice.
Innovare era davvero difficile.
I ritratti di Pericoli furono -ma se ne trovano ancora-
una scelta
ottima. Semplice, elegantissima, che rinforzava ancor
più la coesione inter-collana.
Certo, Pericoli lo metti pure sulle patatine Pai
e ci sta bene, le rende
più buone, più belle, più pop, più chic.
Solo Pericoli riesce a rendere una cosa più pop e più chic allo
stesso tempo.
Saluti
dalle librerie
A presto,
FN
HARRY POTTER e la beat generation
Mi era
sfuggita l’uscita di questo libro
che invece FN deve segnalare e magari recensire
accidenti.
Si porrà rimedio.
Intanto una cartolina
per ricordarselo.
Sul sito de
il Saggiatore
non scrivono quando sia uscito
-non lo fa più
nessuno, grrrrrr-.
Ma c’è un pdf di un articolo di
ottobre 2013
quindi immaginiamo sia uscito nei pressi.
Se sia o non sia una prima edizione
idem non si sa.
In ogni caso: FN se ne occuperà segnalandolo e scopriremo tutto.
Ma,
questa cartolina è solo
per sorridere contenti
dell’incredibile capitombolo dell’immaginario
che porta Harry Potter
sulla copertina
di un libro di Allen Ginsberg.
Naturalmente è
perché
Daniel Radcliffe
è stato il protagonista di
Kill Your Darlings
-tratto da questo libro?
dal sito non si capisce.
ma parla delle stesse cose.
Sul sito si legge -molto divertente-:
“Allen Ginsberg, William Burroughs e Jack Kerouac. Prima di diventare icone della Beat Generation erano studenti della Columbia University di New York: amici, compagni di bevute, aspiranti scrittori perennemente al verde. Insieme a David Kammerer, il più anziano, e Lucien Carr, affascinante e anarchico, formavano un gruppo unito dalla comune passione per l’arte e gli eccessi: il «Circolo dei Libertini».
Poi il dramma: all’alba del 14 agosto 1944, lungo la riva dell’Hudson, Carr uccide Kammerer e ne getta il corpo nelle acque del fiume.
Un rapporto morboso finito male?
Un gioco trasformato in tragedia o un semplice incidente?”.
Insomma: tutto è molto sobrio.
In ogni caso, come dice il cartellino
che la libreria ibs di Mantova ha apposto
sotto Harry: Da regalare. (cosa distinguerà un libro da regalare da uno da leggere?)
Un saluto
dalle librerie.
A presto, FN
GIACOMO CALLO, NADIA MORELLI e i colori di Fabio Volo
Non ho idea
del perché
le persone leggano
Fabio Volo,
non l’ho letto mai
dunque nulla posso dire,
l’ho però visto e sentito
e lì s’è fermata ogni
-se mai ci fosse stata-
ipotesi di lettura.
Ma:
che bravi sono stati
Giacomo Callo come art director
-è l’art director di tutta la Mondadori
un compito immenso
pazzesco
e
davvero ammirevole-,
Nadia Morelli invece come autrice del
progetto grafico.
Li avrete senz’altro visti,
è impossibile non vederli.
Già questo basterebbe.
Perché se devi fare un progetto grafico
per un’edizione nello stesso momento
di una paccata di Fabi Voli,
l’unica preoccupazione che hai
è che si vedano.
Callo e Morelli sono riusciti a farlo
con classe, eleganza e intelligenza.
Al di là delle font scelte
o della composizione
ecc. ecc.,
il gesto di colorare
i tagli
-lo fa anche ISBN da tempo,
riprendendo un’abitudine delle
edizioni povere
degli anni ’50 e ’60-
in accordo col colore della copertina
e diverso titolo per titolo
li spoglia di ogni paludamento libresco
per consegnarli al loro
mondo nuovo di oggetti.
Si potrebbero comprare da Tiger.
Poi naturalmente si sollecita il collezionismo,
che ai fans di un autore
è sempre un tasto sensibile.
Insomma: vi viene in mente un
progetto grafico
con queste finalità
più efficace
di questo e che nel contempo
sia così intelligente?
Un saluto da
una libreria.
A presto, FN
TRADUZIONI GRANDI E PICCOLE, da Einaudi
Due cartoline fa si parlava
de il Saggiatore che ristampa
Ogni passione spenta di
Vita Sackville-West
nella traduzione di
Alessandra Scalero
del 1935
(millenovecentotrentacinque).
Einaudi
-ho fatto un po’ fatica a trovare in rete
un posto dove trovare delle info in proposito;
il sito della casa editrice è avarissimo in questo senso-
apre
-non so come chiamarlo:
un filone, una sezione, un gruppo, una serie,
di nuove traduzioni.
Non è una collana
perché
son Supercoralli.
Comunque: son testi
sia già presenti in catalogo
sia che no,
tradotti.
Perché queste siano graaandi traduzioni e tutte le altre no,
non è chiarissimo.
Per esempio
negli anni ’80 aprì la
“Scrittori tradotti da scrittori”
(82 titoli fra il 1983 e il 2000, compresa la oggi
im-pen-sa-bi-le
serie trilingue -originale, altra lingua, italiano
per esempio: Typhoon di Conrad con a fronte la
traduzione di Gide in francese e,
sotto,
la versione italiana di Mursia);
lì il punto d’interesse
(ma è dunque esistito un tempo in cui
questo era un interesse? aveva un mercato?
ci si potrebbe ragionare, nevvero?)
era il confronto fra due autori.
Il punto era vedere come chi, non abituato a un lavoro di servizio,
riuscisse a farlo e come.
Oppure per esempio può essere interessante
riproporre l’Odiessea tradotta da
Pindemonte.
Perché se no
ogni traduzione
dovrebbe
essere grande.
Qui mi sembra che i limiti siano
che
il testo è un classico molto conosciuto
del quale si dice:
vediamo un po’,
come lo traduciamo oggi?
Cosa però mi concederete, che dovrebbe essere fatta di routine (senza variazioni, secondo una prassi consolidata).
Una traduzione del 1935, oggi, non si può leggere.
Però questo è un grimaldello
che permette all’Einaudi
di portare
testi non contemporanei
dentro ai Supercoralli.
Un escamotage (un espediente).
In ogni caso
ne siamo lieti.
le illustrazioni sono ben scelte
-grossi visi in primissimo piano, dipinti;
e, appunto: dài, siamo nei Supercoralli,
non stiamo leggendo un vecchio mattone
di Stendhal. Questa l’astuzia. Chapeau (esprime ammirazione)
detto questo,
io se dessi a Einaudi
le mie piccole traduzioni
un po’ m’offenderei.
E perché? non son grandi le mie?
Un saluto
dalle librerie
A presto, FN
QUI E ORA e sempre: Lorenzo Petrantoni
Mi piace tanto questa copertina
della sezione
“Frontiere”
di Einaudi.
L’illustrazione
è di
Lorenzo Petrantoni.
Non lo sapevo.
In libreria dove
ho preso la cartolina,
mi pare fosse la FNAC, a Torino,
il libro era chiuso
nel cellophan.
Non è gradito che
si aprano i libri.
Già questo mi farebbe
cambiare libreria.
Quando qualche decennio fa
mi trovai a lavorare
in una Feltrinelli
che non era ancora
come le Feltrinelli d’ora,
la direttrice, che era una persona meravigliosa,
diceva sempre che il volume in cima alla pila
deve sempre essere senza cellophan
perché se no il cliente
s’intimidisce.
Eh.
Perciocché
ho dovuto ricorrere ai miei potenti mezzi
per sapere di chi fosse.
Io credevo a naso fosse di Ale & Ale,
ma il twitter di Einaudi in un messaggio privato
a mia domanda rispose: l’illustrazione è di
Lorenzo Pietrantoni.
Ma che bravo. Non lo conoscevo. Wow.
Poi lui ho visto su
Google Images, che fa delle cose fittissime,
qui invece l’intelligenza d’esser sobri
sulla sovracoperta
bianca dei Supercoralli (va beh va beh, si chiam “Frontiere” ma
è un Supercorallo)
la simmetria speculare
sopra sotto destra sinistra
per un carteggio
l’aria old per una volta giustificata,
l’evocazione del treno,
le penne diverse, i puntini tipografici,
il tutto reso in modo netto e pulito.
Mi piace, sì, anche l’uso del rosso qui
mi piace.
Evviva.
Un saluto
da una libraria.
A presto, FN
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