federico novaro libri

MAI PIÙ SOLI. RED e le storie che si raccontano (da L’Indice dei Libri, 9 / 2012). Editoria: notizie / 93

Posted in editoria, notizie by federico novaro on 18 settembre 2012

R R, 2, 25.10.09 R, 5, 25.10.09

Dopo la marea

R

Prima dell’estate i banconi delle librerie di catena davano l’impressione che una mareggiata costante vi avesse gettato senza sosta dei detriti, resi indistinguibili gli uni dagli altri dal lavorìo delle correnti.
La coincidenza dell’arrivo dei reader e della crisi economica ha avuto sulle case editrici, soprattutto le grandi, effetti defatiganti. Proprio la nascita delle librerie di catena come le conosciamo ora, tasselli di una filiera di cui ogni ganglio risponde allo stesso proprietario, meno di una manciata di anni fa, anni già lontanissimi, sembrava introdurre il modello per sempre vincente, e tutte le energie economiche e societarie delle proprietà erano tese ad occupare e presidiare ogni spazio possibile: prima il controllo, si diceva, poi avremo i prodotti, per ora perseguiamo l’efficienza.

Questo ha comportato però una sostituzione forte del proprio panel di clienti. L’efficienza produttiva e distributiva mal si coniuga col profilo vagamente maniacale di chi consuma libri oltre una certa soglia, di più con chi ne consuma forse meno, ma rispondendo a un profilo più semplice, basato su risposte e attese meno mediate.
Era una tendenza consolitata e sperimentata e nota (Nora Ephron, morta quest’anno all’inizio dell’estate, l’aveva già resa racconto con C’è posta per teYou’ve Got Mail– nel 1998) e, come sempre capita alle idee apparentemente vincenti, sembrava l’unico modello possibile.

abbeʧe’darjo / FN. R abbeʧe’darjo / FN. R (t) R

Intrecciato al consolidarsi del modello, il dibattito, molto più vecchio, su se i libri siano prodotti come gli altri (“le case editrici sono imprese come le altre, soggette soltanto al nero dei bilanci” si diceva da un lato, “i libri sono mica detersivi”, si rispondeva).
Ora, non solo, più o meno, si sa che i corni del problema erano mal posti, ma l’oggetto del contendere, in un attimo, s’è dissolto. Che li si chiamava libri, ma l’avvento dei reader, e soprattutto dei tablet, con la loro possibilità di essere uno e infinito, privato e pubblico nel medesimo istante, ha chiarito che in realtà si parlava di entertainment, che, ancora, stava dentro degli oggetti chiamati libri.

E le storie (cfr. lo storytelling, coerentemente venuto di moda come retorica intesa in modo egemonico nello stesso lasso di tempo), si raccontano intorno al fuoco, sono puntellate di sospensioni e commenti, si arricchiscono e modificano ad ogni ripresa, accadono socialmente, come succedeva, si immagina, laddove i libri non c’erano, prima dei libri, attorno ai libri.
Non servono i libri per questo, e ora, dopo tanto tempo, c’è di nuovo la possibilità che l’entertainment sia più compiutamente collettivo.

Il pubblico vuole gridare la sua avversione a un personaggio, salvarne un altro, raccontare lui. Perciò, sta per andarsene altrove.
Non che le grandi case non si stiano attrezzando a comprare il fuoco, le pietre sulle quali sedersi, e le toffolette, e soprattutto il biglietto d’ingresso, ma faticano. Ironicamente il passaggio è più semplice per strutture meno pachidermiche dei grandi marchi, più simili a topolini.

abbeʧe’darjo / FN. R (t) R, 1, 25.10.09 R, 5, 25.10.09

La grande novità dell’estate è che da Feltrinelli si può comprare, e consumare, da mangiare.
La comunicazione che è stata fatta intorno al nuovo marchio, RED, ha avuto tratti lirici -e profondamente rivelatori-; meriterebbe citare interamente il lungo e antifrastico comunicato stampa -a tratti un’excusatio non petita- :“Read, Eat, Dream. … Perché il libro resta il centro anche di questi nuovi negozi, il motore primo, il cuore identitario, culturale ed economico dell’impresa. È dai libri e nei libri, qualsiasi forma decidano di assumere, che si elabora, deposita, conserva, vive l’insieme di idee, storie, passioni, che fanno dell’uomo un animale culturale. E quindi l’assortimento di RED sarà esteso e profondo come si richiede a una Feltrinelli. E sarà un assortimento “parlante”, giocato più che mai sulla capacità di proposta, segnalazione, scoperta, dei librai Feltrinelli. Andare “in libreria” sarà un’esperienza, più piacevole, più fruttuosa, più ricca, più necessaria.”.

La retorica, consueta per così tante generazioni, della lettura come silente via per la conoscenza, strumento di comprensione del mondo, come fatica, si è spenta; lo studio dei testi, parte importante del consumo librario, è sopravanzato dall’esperienza emozionale, che sempre ha da essere piacevole.
D’altra parte si può osservare che se chi legge è schiacciato -come si è tentato, con successo, di fare in questi anni- sul suo ruolo di consumatore, bisogna che questi consumi sempre più, pena l’implosione del sistema.

Come conciliare questo con una pratica che richiede tempo, molto tempo, cura, impegno, frustrazione?

Per i grandi marchi editoriali sembra esserci una sola strada: cercare il profitto altrove. Sostituire alla merce l’uso della merce e riuscire a mettere a reddito il lavoro dei clienti.
Per chi sia ancora legato alle vecchie retoriche: abitare lo spazio, infinito, del commercio e consumo dell’usato.
Per i piccoli marchi: un modo nuovo e da inventare di prossimità fra chi produce, chi edita, chi legge.

R, 2, 25.10.09 R, 3, 25.10.09 R, 4, 25.10.09 abbeʧe’darjo / FN. R abbeʧe’darjo / FN. R (t)

La crisi spunta gli strumenti in mano ai grandi editori, che sbuffando come vecchi diesel per ora danno una mano di vernice alle vecchie carrozzerie, ma presto caleranno drasticamente il prezzo dei reader senza i quali è inutile arruolare un esercito che sarebbe disarmato, e consegneremo alla cassa, gaiamente intrattenuti, la nostra, mai così assediata, solitudine.

R

(Appunti, che qui trascrivo in una versione ampliata e corredata di fotografie, appare mensilmente sulla rivista cartacea L’Indice dei Libri dal febbraio 2008; è uno spazio nel quale cerco di dar conto di novità editoriali: nuove case editrici, nuove collane, innovazioni significative nella grafica o nei programmi. Per segnalazioni, integrazioni, errori potete lasciare un commento o scrivermi via mail: federico.novaro.libri [chiocciola] gmail.com, grazie)

Articolo apparso su L’Indice dei Libri, n. 9 – XXIX, Settembre 2012.

L'Indice dei Libri, logo. (part.)

Tutti gli Appunti precedenti sono nella sezione Editoria / Notizie di FN

L’Indice dei Libri è on-line

L’Indice dei Libri è anche un blog

abbeʧe’darjo / FN. R

Editoria: notizie / 86. e/o, ADELPHI, GeMS (da L’indice dei Libri, 3 / 2012)

Posted in notizie by federico novaro on 26 marzo 2012

abbeʧe’darjo / FN. E

Uso delle riserve, e/o, Adelphi, GeMS

abbeʧe’darjo / FN. E

Così come parlando di calcio s’è tutti esperti, così ci siamo tutti fatti prendere dall’entusiasmo e dal panico dell’attesa e parliamo parliamo di ebook.
Il libro, è inutile stare ad aggiungere parola, è morto, e qualunque discorso che non l’assuma come dato è futile. Il libro non morirà mai, non riuscirete a convincermi, è sempre esistito, sempre esisterà. Questi i due poli verso i quali si preferisce tendere. (“Magari tra 50 anni nessuno si preoccuperà dei libri di carta, ma io sì”, questa l’ha detta Jonathan Franzen).

Chi parla invece sapendo di cosa parla non gode di molto ascolto, ma lavora, per costruirci un futuro che non conosciamo. Intanto, le case editrici tradizionali, che hanno sinora vissuto di carte, qualcosa fanno. Parliamo per ora di mettere a disposizione del mercato le solite stringhe di lettere su un supporto diverso. Come se fosse finita la carta e da qualche parte bisognasse mettere i testi. Ma qualche novità qua e là si vede.

Tutto si fa ancora con quel che c’è. Si fanno delle cose di contorno, si spalma il più possibile sui vari canali quel che si fa uscire. Si inizia ad agire sui canali, spaventati da quanto ampiamente lo faccia Amazon: segnali, più che fatti.
Anche qui, ironicamente, le piccole sigle giocano un ruolo che può essere importante, più agili, meno oberate da eredità pesanti. Ma la massa di denaro a disposizione delle grandi sigle è difficilmente contrastabile. Intanto sempre più alle novità si affianca immediatamente la versione scaricabile –con prezzi ancora spesso percepiti come alti; la qualità delle curatele di ciò che si scarica è ancora per lo meno molto variegata. Il fattore ingordigia gioca ancora, sia da parte di chi compra che da parte di chi vende: di profitti a basso costo, da una parte, e di testi che magicamente, come da una cornucopia, si spiattellano sul nostro lettore, quasi inavvertiti eppure lì, con noi ovunque –scaricare è spesso azione dai tratti compulsivi, la bulimia s’affaccia presto. Questo permette grande trascuratezza e speculare tolleranza, ma intanto, qualcosa si muove.

Fandango con l’ultimo Veronesi ha mandato in libreria la copia cartacea e negli AppStore l’applicazione gratuita.

Le edizioni e/o, oltre alle doppie versioni, cartacea e digitale, in cui già pubblicano i loro testi, hanno aperto la collana “Gli introvabili”, titoli dal catalogo storico, da tempo non ristampati, disponibili soltanto nella versione digitale (ePub, DRMfree), ciascuno a meno di 4 €, è una collana importante sia per i titoli, tutti “necessari”, sia per l’indicazione che segna: spostare sul digitale il lavoro di scavo del proprio catalogo*.

Adelphi –mentre il Sole 24 ore allega al quotidiano, per ora per 40 uscite, cartacee, “Maigret” (il Corriere fece una serie analoga nel 2009, recuperando per le copertine le illustrazioni di Pintér)- apre “Le inchieste di Maigret in ebook”, una serie di 75 titoli, rilasciati secondo l’ordine cronologico, in ebook (ePub, DRM) al ritmo cadenzato di cinque al mese, il quarto lunedì. Due cose interessanti: la serialità e la cadenza.
Ben si prestava Maigret naturalmente, ed è interessante che si usi una serie di titoli che sembrerebbero così consunti dallo sfruttamento intensivo implacabile. La cadenza introduce un elemento che in libreria è assente, ma che potrebbe spostare sui libri –nella loro vesione digitale- abitudini proprie dell’edicola. Un elemento di marketing che potrebbe avere dei risvolti imprevisti e fruttiferi.

Feltrinelli con la “Zoom” fa degli ebookkini (in Epub con Social DRM): brevi racconti, pezzi di testi, lacerti autonomi, dal proprio catalogo. Non risulti offensivo: del maiale non si butta via niente, e per fortuna.

È possente l’operazione di GeMS con IoScrittore: un “torneo letterario online per opere inedite”, che, con un complesso regolamento agita le acque in rete del vasto branco degli aspiranti pubblicati portandone un gran numero all’edizione in ebook (già trenta, Epub con Social DRM, con belle copertine molto simil-minimumfax di PEPE nymi/Riccardo Gola, i primi 10 dell’ultima edizione costano 0,99€, i precedenti 4,99) e, almeno una sul cartaceo. L’interesse sta nel rimescolamento dei ruoli e nella difesa del proprio da parte dell’editore. Chi scrive, chi aspira alla pubblicazione, qui diventa anche giuria della scrittura altrui –le selezioni basandosi sui commenti reciproci –i nomi sono mascherati- ma accetta di sottoporsi al lavoro di editing dello staff dell’organizzazione. L’editore organizza il gioco e dà le regole, GeMS acuisce la propria natura tutta rivolta verso chi legge e ai suoi non mediati desideri, anche quando si muti in massa scrivente**.

abbeʧe’darjo / FN. E

* Su FN s’era già parlato de “Gli introvabili“; fra la consegna del testo a L’Indice e il suo arrivo in rete, ora e/o ha rilasciato una nuova serie di titoli, tutti immancabili: triste e stupefacente che fossero fuori catalogo, felice notizia, che almeno come ebook, siano di nuovo disponibili.

** Su Panorama.it Giulio Passerini ha analizzato le copertine con maggior spazio e acume.

(Appunti, che qui trascrivo in una versione ampliata, appare mensilmente sulla rivista cartacea L’Indice dei Libri dal febbraio 2008; è uno spazio nel quale cerco di dar conto di novità editoriali: nuove case editrici, nuove collane, innovazioni significative nella grafica o nei programmi. Per segnalazioni, integrazioni, errori potete lasciare un commento o scrivermi via mail: federico.novaro.libri [chiocciola] gmail.com, grazie)

Articolo apparso su L’Indice dei Libri, n. 3 – XXIX, Marzo 2012.

(chi ha pagato i libri: l’ebook di Veronesi è stato scaricato da FN in occasione dell’Avvertenza che ne fece Caterina da Padova; alcuni “Introvabili” sono stati mandati, preceduti da una mail, a FN dall’ufficio stampa di e/o; dei “Maigret” e degli “Zoom” si riferiscono notizie reperite nei rispettivi siti; per “Ioscrittore” FN ha scaricato da BookRepublic Il canto della Balena, a 0,99€, se non ricorda male)

Tutti gli Appunti precedenti sono nella sezione Editoria / Notizie di FN

L’Indice dei Libri è on-line

L’Indice dei Libri è anche un blog

abbeʧe’darjo / FN. E

#librinnovando, appunti di un astante. 1: in memoria delle case editrici

Posted in editoria, notizie by federico novaro on 5 dicembre 2011

versailles, 1

(Il 25 novembre 2011, allo IED di Milano, si è tenuto un convegno, Librinnovando -sottotitolo: Il futuro dell’editoria-.

Sul sito trovate tutte le informazioni utili per capire cosa fosse e di che si parlasse Librinnovando.

Il convegno ha avuto molta eco in rete, soprattutto su twitter, forse un po’ autoalimentata ma certo viva ed entusiasta. Una delle finalità della giornata era di tastare il polso di cosa si pensasse, e cosa si sperasse, riguardo gli ebook, in quel settore di pubblico che molto usa e frequenta attivamente i social network. Si è privilegiato twitter, e all’incontro finale, dove stanchezza, gioia per la riuscita della giornata, emozioni da prima volta, una serie di blogger femmine e maschi, tutti presenti molto attivamente su twitter, hanno svolto una relazione, ora confluite in un ebook, La lettura digitale e il web, disponibile anche su Amazon, a 1,99 euro, che in questi primi giorni post convegno sta registrando un buon successo.

FN, animato da buone intenzioni, per quanto pigramente refrattario, si recò a Milano col suo iPad vestito da @FNall, la sua configurazione twitterante, per twitterare un po’ quel che sentiva. Era abitato da molti dubbi, non avendolo mai fatto, dubbi risolti da un litigio fra il suo iPad e la Vodafone, che gli hanno impedito di connettersi; con sollievo FN ha poi scoperto che la copertura wifi del convegno era riservata ai relatori, così s’è accomodato trovando fortunatamente sempre sedie libere pur nel notevole affollamento, e s’è messo ad ascoltare.

Sentendosi moderno ha preso appunti a mano scrivendo sul suo iPad, col risultato che ora non riesce più a decifrare quel che ha scritto.

Chiede perdono quindi se nelle righe che seguono, che da quegli appunti prendono l’abbrivio, mancheranno nomi, si confonderanno relatori, si riporteranno cose mai dette.

versailles, 1

Ma un convegno come questo, mi dice FN, per quanto divulgasse anche dati, non ha bisogno di atti, pubblicati l’anno dopo, o quello dopo ancora. Sono occasioni di scambi soprattutto esperienziali, in un momento così zeppo di ignoto tutti sembravano lì a raccontare di sè: io ho fatto così, io ho provato a far cosà, secondo me può darsi che vada così. Questo, mi dice, ha reso Librinnovando molto interessante. FN ha avuto l’impressione che avvenisse un vero scambio fra le persone presenti ed è stato molto confortato che dalle relazioni (che, deve dire, si aspettava avessero un look fantascientifico e invece erano un trionfo di slide che rendeva il tutto anche confortevolmente retrò) venissero alla luce molti più dubbi che certezze.

Ecco, chiarito tutto l’intorno, lascio lo spazio a FN).

versailles, 1

Si è molto detto in molte relazioni che nulla si fa a prescindere dal contenuto, che il contenuto è the King. Questa è una cosa che crediamo di conoscere, e che conforta chi, nella grande schiuma che l’avvento degli ebook sta facendo montare, cerca una continuità rassicurante. In fondo, si dice, Anna Karenina si butterà sotto il treno anche su un monitor, e sarà sempre Tolstoj quel che leggeremo. Certo con più o meno cura redazionale, ma questo pure sulla carta. Possiamo dire che è vero, possiamo meglio dire che è anche vero, ma forse dobbiamo iniziare a pensare che non è quello il punto.

E cioè: il modo per leggere dei testi, che sino ad ora abbiamo letto su un supporto cartaceo, su un monitor, c’è, è ancora un po’ rozzo, ma velocemente sarà raffinato e bello. Ma sarebbe un po’ come andare al cinema e vedere scorrere delle pagine: comodo, ecologico, magari meno caro, ma insomma, sai l’interesse in sè. Il punto è che, quando si è pensato di mettere della pagine sullo schermo del cinema, si sono fatti i film.

E poi: davvero non abbiamo ancora imparato che forma e contenuto, contenitore e contenuto, non sono disgiungibili?

Parlando di ebook come testi migrati dalla carta ai nuovi supporti, l’immagine è che attorno al testo lo spazio s’allarghi a dismisura in una galassia in espansione, sino a non vederne più limiti e confini. I libri cartacei avevano intorno larghe plaghe, gli autori, potenzialmente infiniti, i libri già pubblicati, in numero abbastanza conosciuto ma con un margine d’incertezza che lasciava spazio alle riscoperte, il pubblico, limitato, dai confini sociali, linguistici, territoriali ma auspicabilmente in espansione; queste plaghe erano rese vaste ma irregimentate dalle case editrici, imprese economiche che hanno saputo fare della loro funzione di confine, di argine, di filtro, la base della loro attività, nel bene e nel male, naturalmente.

Il guadagno veniva dal controllo del filtro, dal sapersi porre nel punto di intersezione fra le varie plaghe. Nell’arbitrarietà delle scelte, permesse solo alla casa editrice e a nessuno degli altri soggetti, stava certamente lo spazio per compiere in maniera geniale o mediocre il proprio lavoro.

Ora è come se la serie di dighe mantenute in efficienza dalle case editrici fossero crollate, tutte insieme.

Si può pensare che la casa editrice fosse l’unico soggetto in grado di esercitare il proprio ruolo in maniera attiva, non l’autore, impotente una volta concluso il testo, non i lettori, impossibilitati a raggiungere nè l’autore nè, salvo il meritorio ruolo delle biblioteche e delle scuole, i testi, contemporanei o del passato. Le grandi discussioni sul ruolo autoriale delle case editrici un po’ sfumano di fronte all’evidenza che, sino al crollo delle dighe, senza di loro i libri come li conosciamo non ci sarebbero, senza di loro non ci sarebbero gli scrittori, non ci sarebbero i lettori.

S’è parlato poco a Librinnovando di questa perdita. Se non da alcune voci con stolida soddisfazione per la conquistata -anche se sarebbe più corretto e meno infantile dire: ricevuta in regalo- libertà di accesso. Nessuno sa ancora, davvero, come sarà, ma sarebbe non solo legittimo ma anche doveroso interrogarsi su ciò che perdiamo alla vigilia della già celebrata morte delle case editrici, così come lo sarebbe se domani ci dicessero che una qualche innovazione farà sparire la necessità degli scrittori, delle scrittrici. Le case editrici, esercitando il controllo sul filtro, per restare alla metafora di più sopra, sono le vere autrici della cultura post-Gutemberg, senza di loro il nostro mondo sarebbe diverso, certamente più povero: possiamo legittimamente temere che lo potrebbe essere in futuro, senza di loro.

Naturalmente sta a loro attrezzarsi per sopravvivere e per essere all’altezza del ruolo che per secoli hanno esercitato nelle varie forme che hanno assunto. Penso soprattutto alle grandi case, per esempio alla Mondadori, esiziale nella storia di questo paese per più di un secolo, se non saprà capace di rispettare il suo ruolo, anche civile, e si farà assorbire nella nuova editoria amazonica, sarà ben triste.

versailles, 1

Bisognerà allora per forza stare dalla parte di Calasso, che sul Corriere della Sera difende se stesso e il suo mestiere? Non credo. Calasso dice delle cose interessanti, ma a Librinnovando si sono sentite cose meno arroccate al passato, e soprattutto dotate di elementi preziosi senza i quali le case editrici saranno travolte: una lunga serie di dubbi.

versailles, 1

 

Editoria / notizie / brevi. 38: GLI INTROVABILI, da e/o

Posted in brevi, editoria, notizie by federico novaro on 18 novembre 2011

Le edizioni e/o aprono la prima collana di narrativa in ebook: Gli introvabili

buon anno, 7

C’è una soglia minima di copie vendute al di sotto della quale una casa editrice cartacea non può permettersi di andare. Naturalmente si conosce il valore della soglia, ma non, prima che il libro sia commercializzato, se questa sarà toccata. Non c’è sistema che possa far sapere in anticipo. Gestire una casa editrice vuol dire avere a che fare costantemente con il desiderio di leggere il futuro, avendo, come sempre, solo a disposizione dati del passato. Se per le prime edizioni si va per estensione dei risultati di prossimità fra simili (se quel titolo vendette così, mah, magari vende così anche questo), per le ristampe, salvo fatti nuovi (ne hanno fatto un film), nelle case editrici si compulsano le vendite precedenti, magari di dieci anni prima (non ha venduto: non venderà).
Così ci sono libri, anche molto amati, che spariscono (-spariscono dalle librerie, perché prima di rivolgersi a Fahrenheit, bisognerà pure ricordarsi un giorno che esistono le bilioteche).

I costi che maggiormente incidono e orientano la decisione se ristampare o meno un titolo sono soprattutto due: i tempi di ritorno dall’investimento (se spendo 100 non è indifferente se quei 100 mi ritornano in un anno o in dieci) e i costi di stoccaggio (posso anche decidere di aspettare dieci anni che quei 100 mi ritornino, aggiungendo di anno in anno pecette su pecette con il prezzo leggermente aumentato –chi ha iniziato a comprare libri prima degli anni ’90 ricorda per esempio le edizioni Ricciardi / Einaudi che salivano, dalle qualche centinaia di lire stampate sulla quarta di copertina, alle qualche migliaia sull’ultima pecetta applicata, con tutta la storia dell’inflazione pre-Euro scandita sugli strati– ma anche se sono disposto a tenere quel capitale immobile devo avere enormi magazzini dove tenere i libri invenduti, e del personale che badi loro, e che ogni tanto si avventuri per i capannoni alla ricerca di quel titolo). A ragione o a torto, questo è un costo che le case editrici non vogliono più sostenere. Perciò si stamperanno decine di Jane Eyre e ben pochi Albione e Marina.

Quando si iniziò a parlare di accessibilità ai testi svincolata dal supporto cartaceo si levarono le grida di speranza di chi vedeva così superati i due maggiori ostacoli alla loro circolazone. Non è successo subito. Le cose erano molto più complicate di quanto si sarebbe potuto pensare, e il mito del testo che, solo e liberato dai vincoli cartacei e produttivi, si proponeva, motu proprio, alle schiere dei lettori, s’è velocemente incrinato. I testi, nudi, non esistono, verrebbe da pensare. Sono anche redazioni, curatele, diritti, contesti, impaginazione. Senza i quali rischiano di essere forse nudi, ma muti.

e/o è una casa editrice con una storia ormai più che trentennale; molto importante quando aprì, agli sgoccioli degli anni ’70 del secolo scorso, perché seppe proporre in Italia le letterature dell’est europeo in modo radicalmente innovativo in un contesto in cui il filtro ideologico era sfinito e purtuttavia pressante. Cassandra di Christa Wolf (1985, nella traduzione di Anita Raja), con la sua copertina rosa chiaro, la sottile cornice bianca rifilata in nero, il formato più quadrato di quanto usasse allora, e al centro, ancorato al margine inferiore, un blocco monocromo che conteneva un’immagine di donna, il titolo, e una citazione dal testo, segna un’epoca.

Casa editrice piccola, e/o negli anni ha saputo diversificarsi e trasformarsi; proprietà ancora dei fondatori, ora quasi irriconoscibile per chi l’abbia conosciuta allora, ha definitivamente lasciato i caratteri di nicchia degli esordi per scelte più generaliste, aumentando molto anche il numero di titoli pubblicati ogni anno.

Ora, evviva!, apre una collana di ebook, che proprio quelle difficoltà di cui si diceva sopra, le attese di vendita, legate ai costi di magazzino, si propone di risolvere.
Molte le novità e le cose interessanti:
non si tratta, come già accade per molti titoli di molte case editrici, di rendere disponibili anche in ebook testi cho lo sono già come libri, bensì di una collana composta esclusivamente di ebook
non sono testi nuovi, bensì una scelta dal catalogo storico della casa editrice
non sono testi best-seller, bensì titoli un po’ negletti, individuati, dice la casa editrice nei suoi comunicati, ascoltando le richieste raccolte attraverso contatti diretti con il pubblico, in occasione delle fiere, e sui social network
costano molto poco

Tutte e quattro le caratteristiche indicate rendono l’operazione editorialmente interessante.

e/o, nell’annunciare la collana, che va ad affiancarsi all’offerta di ebook già presente sul loro sito di titoli anche cartacei, usa lo slogan “Una tradizione indimenticabile da riscoprire in digitale”; anche se ancora in maniera un po’ imprecisa (come lo è forse tutta l’operazione, più entusiasta che ben condotta)  è un primo segnale di una direzione lungo la quale le case editrici cartacee potrebbero trovare materia di un’alleanza con le nuove forme di accessibilità, perfette per superare quei costi di cui si parlava più sopra, andando incontro alle esigenze, anche nostalgiche, del mercato, che pare ormai dare, finalmente, segni che la novità, il titolo nuovo, non sia più, in sé, un valore certo.

Sarà molto interessante vedere la tenuta dell’operazione, seguire i dati di vendita, non nella prima settimana, non nel primo mese, ma fra sei mesi, un anno. È probabile, oltre che auspicabile, che la collana abbia, nei prossimi tempi, un buon successo di vendita. Molti sono i fattori che lo fanno pensare: la vicinanza con l’ebook I ferri del’editore, scritto dal parton della casa editrice e distribuito come ebook nelle ultime settimane, con ottimo successo di vendite e di eco sui social network come sui canali tradizionali, che ha attirato l’attenzione sul marchio e/o; l’originalità dell’operazione, che unisce in un progetto chiaro e unitario una serie di titoli di ebook; il prezzo molto basso. Proprio quest’ultimo elemento, che sarà probabilmente molto apprezzato, sarà una chiave per interpretare i dati di vendita fra un anno.

Perché uno dei nodi ancora irrisolti riguardanti gli ebook, è la discrepanza fra valore, costo e prezzo degli ebook, che mentre per i libri ha trovato più o meno un punto di incontro fra aspettative e esigenze sia di chi produce che di chi consuma, per gli ebook è ancora lontanissimo dall’essere anche solo abbozzato, e il valore percepito rimane ancora molto basso rispetto al prezzo solitamente richiesto (e il costo una variabile indipendente molto più che per il cartaceo).

In questo caso il prezzo richiesto è davvero molto basso (1,99 € per i primi dieci giorni di lancio, poi salirà a 3,99 € restando comunque in una fascia davvero accessibile), e il progetto è la tessitura che lo rende non svalutativo, ma questa appare ancora fragile. Le copertine sono poco oltre la soglia del corretto (con l’effetto pergamenato che non si vorrebbe vedere mai più), e non vi è apparato che attribuisca ai testi un contesto ricco. Questo in altri casi potrebbe non essere importante, ma in questo, dove si unisce prezzo molto basso e contesto potenziale (la storia della casa editrice: bastava una pagina che ancorasse il testo al suo intorno editoriale) completamente inespresso, se non attraverso lo slogan della pubblicità, rischia di indebolire, alla lunga, l’operazione.

Ma è un inizio, ed è un inizio molto importante, da salutare festosamente.

Si comincia con dieci titoli, che trovate elencati sul sito di e/o.

Ogni titolo è in formato epub, eccoli:

Honoré de Balzac, Il colonnello Chabert
Ferenc Molnár, Danubio blu
Sholem An-Ski, Il Dibbuk
Rainer Maria Rilke, Due storie praghesi
Joseph Conrad, I duellanti
Andrej Platonov, Il mare della giovinezza
Géza Csáth, Oppio e altre storie
Mark Twain, Racconti comici
Anton Čechov, Racconti umoristici
Michail Kuzmin, Vanja
Non un titolo inutile, non un titolo men che interessante: erano introvabili di fatto, e ora lo sono solo di nome, grazie alle edizioni e/o.
Se li comprate tutti ora, anche uno al giorno se vi diverte, con 19,90 € vi comprate dieci titoli che possiamo definire necessari, e che, sempre con voi nel tablet, saranno conforto e gioia a lungo (per dire: con la stessa cifra in ebook non ci comprate neanche tre Faletti)
(purtroppo per ora sul sito non sono indicate le responsabilità delle traduzioni)

buon anno, 7

Tagged with: , ,

link, 6: Engaging the reader! il 14 novembre

Posted in Uncategorized by federico novaro on 3 novembre 2011

abbeʧe’darjo / FN. E

Alla Cattolica di Milano s’organizza per il 14 novembre una giornata di studio che tenterà di spostare un po’ in avanti il dibattito ormai un po’ ammuffito sugli ebook.

Se si è ancora un po’ legati all’idea che un ebook sia un pdf un po’ evoluto che leggi sul reader, Enganging the reader si propone di invece far balenare l’idea che quel che abbiamo pensato in questi primi tempi di panico da scomparsa del supporto cartaceo, fissandoci un po’ sulla smaterializzazione e così via, erano pensieri un po’ angusti.
In realtà qual che sta per succedere è molto più ampio di quello che un pensiero nostalgico lasci immaginare, e le possibilità e le prospettive, per tutti gli attori della vicenda, da chi consuma a chi produce a chi media sono straordinarie e pure divertenti.

abbeʧe’darjo / FN. E

Perché i testi non saranno più una successione lineare di lettere, una dopo l’altra, combinate in infinite possibilità, ma ristrette a quell’angusto mucchietto di lettere, in qualche alfabeto più, in qualche alfabeto meno.

Se è vero che il testo si smaterializza (ma quando mai non lo è stato davvero? se non temporaneamente legato a un supporto, via via diverso, come, ancora, negli ebook accade), è vero che il testo esplode in tutte le direzioni, e sarà fatto di infinite cose diverse, da immagini, da collegamenti interni, da suoni, instabile e mai finito.

Come diavolo si farà a fare tutto questo?

Engaging the reader prova a iniziare a dirlo.

abbeʧe’darjo / FN. E

Sul sito trovate programma e descrizione, info ecc.
Engagin the reader

Ma iniziate a segnarvi alcuni appuntamenti imperdibili:

abbeʧe’darjo / FN. E

“9.45-10.30 L’ergonomia della conoscenza: editori, contenuti, interfacce.
Conferenza di Jean-François Gilmont (Professore emerito all’Université
Catholique de Louvain-la-Neuve, membro dell’Académie Royale des Sciences,
des Lettres et des Beaux-Arts de Belgique).
Introduzione storica e sviluppi futuri. Il problema di coordinare testo e imma-
gine in un unico contenuto è sempre esistito. Che rapporto intercorre fra in-
formazione e interfaccia di fruizione? Oggi come ci muoviamo? Verso dove
stiamo andando?”

abbeʧe’darjo / FN. E

“15.00-16.30 La pagina e l’inchiostro: le interfacce tipografiche.
Problematiche e risorse dell’organizzazione delle informazioni sui tradizionali
supporti cartacei fra tradizione e sperimentazione.
Prof. Gabriele Pedullà (curatore dell’Atlante illustrato della letteratura i-
taliana, Einaudi). Il libro cartaceo, come geografia di un mondo: approcci in-
novativi a problematiche di visualizzazione tradizionali.

Maurizio Ceccato (fondatore dello studio Ifix project e co-editore con Stu-
dio Oblique della rivista di narrativa e illustrazione WATT). Progettare il libro,
una questione di artigianato: potenzialità del cartaceo fra norma, anarchia e
sperimentazione. Il caso di Watt.
Andrea Braccaloni (Left Loft design company). Piombo e colore: visualiz-
zare e organizzare l’informazione per valorizzare il contenuto cartaceo. Diffe-
renze e analogie con i processi della grafica del libro, dove l’editore può impa-
rare dal giornale?
Modera Stefano Salis (giornalista del Sole 24 ore).”

abbeʧe’darjo / FN. E

Tagged with:
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: