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DOMANDE dalle edizioni DI PASSAGGIO (da L’Indice dei Libri 11 / 2013)

Posted in editoria, notizie by federico novaro on 19 dicembre 2013

Domande

E_FN_NOVARO

Le palermitane edizioni di passaggio –otto titoli l’anno dal 2005- si dedicano alla Sicilia, ai viaggi e alle esplorazioni, anche del sapere, con ambizioni nazionali: “Cinque le collane, repertori, atlante [Giuseppe Leone, Leonardo Sciascia. La contea di Modica] e vie traverse [Gabriele Basilico. Palermo andata e ritorno], dedicate al patrimonio artistico siciliano e non, e ai racconti fotografici; le flâneur e le flâneur tascabile, dedicate alla saggistica su arti visive, estetica e letteratura [Roger Callois, Parigi. Un apprendistato]; projezioni dell’architettura, dedicata al progetto d’architettura. “. Come è d’uopo ormai le edizioni di passaggio sono anche un service editoriale a tutto campo.

Alle cinque collane originarie se n’è da poco affiancata una sesta: “A che punto siamo?”. È molto libera nell’approccio argomentativo, fra testimonianza e studio; si propone di indagare, e provare ad aggregare intorno a una domanda, temi salienti del contemporaneo. Il testo composto in un elegante Garamond è impaginato con intelligenza e con qualche guizzo –il numero di pagina a lato in alto, un largo spazio in capo pagina, una barra verticale a separare numero e titolo dei capitoli- da Tania Messina, autrice anche della copertina, sobria e insieme ammiccante.

Molte delle energie produttive del primo volume, Ma tu sei felice? Un indagine sulla felicità, di Daniela Gambino, sono state spese nella promozione su facebook soprattutto, con un fitto dialogo con i potenziali lettori, sviluppando sui temi del libro una discussione animata e attraverso una fitta serie di presentazioni (“Il tour della felicità”), che si proponevano come tappe della discussione iniziata on-line. La casa editrice ha anche prodotto delle cartoline, che invitavano a condividere la propria risposta alla domanda del titolo.

Insomma il testo si propone come uno degli elementi del quale si compone il prodotto, l’elemento tangibile e prezzabile all’interno di un composito lavorio redazionale e relazionale. Per far questo una casa editrice piccola o piccolissima è più adatta di una media e certamente di una grande, poiché il legame fra chi produce, chi scrive e chi compra e legge è molto più stretto e anche perché la penuria di mezzi porta a sbavature, impacci, imprevisti che in realtà avvicinano il pubblico al quale ci si rivolge.

Naturalmente è un modello produttivo che anche le grosse case applicano, ma è uno dei rari casi dove sembra all’aumentare della spesa diminuire l’efficacia del metodo. Anche in questo, probabilmente, si allargherà il solco fra grossi marchi e piccoli. Prossimo titolo: Ma tu che lavoro fai? Storie di editori, di Luana Lupo e Stefano Nicosia.

(Appunti, che qui trascrivo in una versione ampliata e corredata di fotografie, appare mensilmente sulla rivista cartacea L’Indice dei Libri dal febbraio 2008; è uno spazio nel quale cerco di dar conto di novità editoriali: nuove case editrici, nuove collane, innovazioni significative nella grafica o nei programmi. Per segnalazioni, integrazioni, errori potete lasciare un commento o scrivermi via mail: federico.novaro.libri [chiocciola] gmail.com, grazie)

Articolo apparso su L’Indice dei Libri, n. 11 – XXX, Novembre 2013.

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Tutte le notizie uscite nella rubrica Appunti su L’Indice dei Libri oltre a tante altre le trovate nella sezione Editoria > Notizie, su FN

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Fieri delle Fiere? Fiere e Saloni dei libri fanno bene alle case editrici? Una discussione.

Posted in Uncategorized by federico novaro on 3 dicembre 2013

Salone del Libro di Torino

Il Salone del Libro di Torino del 2013 si caratterizzava per l’ampio spazio dato a qualunque cosa. Esigenze di bilancio avevano legittimato la presenza di stand, molto apprezzati, dalle categorie merceologiche le più diverse. Pensa che ti pensa, coi tempi bradipici che lo contraddistinguono, FN pubblicò a fine luglio un pezzo sulla cosa. Il centro del ragionamento era: fiere e saloni sono ancora utili alle case editrici? O ormai non rischiano di essere utili soltanto -e non sempre- nell’immediato riscontro di cassa e basta? Non sarebbe forse necessario un luogo in cui le case editrici possano comunicare quello che fanno, i loro progetti, la loro storia? Chi legge è aiutato o ostacolato, nel suo avvicinarsi alle case editrici e ai libri, da dei luoghi e dei format come le fiere e i saloni?

Naturalmente uscire a metà luglio con un inizio di discussione e sperare di essere letti fu un po’ velleitario. Rispose Filippo Nicosia, prima di partire col viaggio di Pianissimo -risposta concreta a una delle questioni dirimenti: non è che forse le case editrici sono legate a un’idea di lettore che non ha riscontri reali, che è pura immaginazione o desiderio?

Ora, novembre, nei pressi della Fiera della Piccola e Media editoria di Roma, per le cure di Donatella Brindisi, su FN si prova a rilanciare l’argomento.

FIERI DELLE FIERE?

Il primo a intervenire, il 3 dicembre, è stato Marco Baleani, di Quodlibet.

Salone del Libro di Torino

Qui sotto alcuni estratti dei primi tre post e i link per leggerli tutti, su FN.

FN, 9 luglio 2013: FIERE E SALONI, basta. Grazie di cuore, FN

“[…] Non ho nulla contro i Saloni, o le Fiere dei libri in sé. Anche se trovo che il termine fiera sia più onesto. Ma, dopo la Fiera di Roma -Più libri più liberi, Fiera della piccola e media editoria- venendo via mi chiedevo: -ma a che serve? Non è che sottintendessi: a niente. Cercavo di capire a cosa servisse, perché la si facesse. A me sembrava facesse solo male. Male alle case editrici degne di questo nome, al loro lavoro, alla promozione della lettura, ai libri, al pubblico pagante, a chi legge tanto e a chi non legge niente.

[…]

Gli organizzatori dicono che lo fanno per i libri, per aumentare il numero dei lettori, per formare i lettori. Ecco, a me pare che in questo falliscano, e che le case editrici che non sono votate esclusivamente all’entertainment, siano trascinate in questo fallimento, utile solo a fare ciccia in uno spazio che se no sarebbe troppo grande.

[…]

Quali strumenti sono dati a chi -non del mestiere- facendosi un giro per le fiere voglia poter capire che non tutte le case editrici sono uguali? Quali indicazioni per riconoscere un progetto colto e eticamente rispettabile da uno tirato via con sprezzo della decenza?
Nessuno.

[…]

E in questi anni se c’è una falsa verità che è stata detta infinite volte è che casa editrice piccola corrisponda ispo facto a casa editrice buona. Ci sono case editrici piccole e spaventose! E non è certo l’indipendenza a assicurare la bontà dei progetti. Non c’è chi, sapendo di libri, non lo riconosca. Eppure un ammorbante e disperato spirito di corpo spinge a far massa.

[…]

Che fare allora?
Io direi: -primo: andarsene […]”

FIERE E SALONI, basta. Grazie di cuore, FN

Salone del Libro

Filippo Nicosia, 19 luglio 2013: I LIBRI: VENDERLI NON BASTA

“[…] ho letto con molto interesse il tuo pezzo sui saloni, le fiere o le sagre, come sarebbe giusto chiamarle, dell’editoria. Perché sempre di più somigliano a appuntamenti folkloristici spesso slegati dal loro vero obiettivo che dovrebbe essere quello di mostrare e promuovere la produzione libraria nel nostro paese. Il prodotto del lavoro degli editori: i libri.

[…]

Gli editori alle fiere-sagre cercano un pubblico di lettori, e ne hanno diritto, ma quali lettori? Con quali mezzi li cercano? E in queste occasoni li trovano?
Credo che qualsiasi manifestazione che abbia come scopo quello esclusivo della vendita dei libri sia una manifestazione di per sé fallimentare.

[…]

La pigrizia sta nel pensare che queste occasioni siano frequentate da persone che sanno districarsi tra gli stand, che sanno valutare, che sono in un certo senso svezzate: non è così.
Il visitatore che si trova di fronte la casa edtrice di progetto e lo stand della mortadella compie una pericolosa assimilazione.

[…]

Più che rinunciare, sarebbe bene farsi sentire in tanti, uniti per una volta, con chi sta facendo dei libri una merce equivalente alla mortadella, alle penne, ai gadgets di ogni sorta; chi sta sottovalutando la grande emorragia di lettori che c’è stata negli ultimi anni complice la crisi.

Forse il mio discorso è troppo retorico, ma perché rinunciare a degli spazi, quando si dovrebbe pretenderli diversi? […]”

Filippo Nicosia, I LIBRI: VENDERLI NON BASTA

Salone del Libro di Torino

Marco Baleani, 3 dicembre 2013: ECOSISTEMA

“[…] Quello del libro è un ecosistema che sta in piedi perché convivono pesci grandi e piccoli, pesci bellissimi e molto brutti, nobili e poveri, intelligenti e stupidi, coralli preziosi e viscide alghe, un sistema dove tutti hanno bisogno di tutti.

[…]

Spesso si accusa i pesci grandi di esssere la causa del problema, di provocare la crisi del settore e l’appiattimento dell’offerta, mentre a mio avviso quella dei grandi era ed è sostanzialmente una strategia di difesa di fronte a un problema ancor più grande di loro.

[…]

bisogna portare acqua in questo mare, il che, tradotto, vuol dire che non dobbiamo arroccarci sui lettori forti, quelli che ci seguirebbero comunque e qualunque cosa accadesse (ebook compresi): il libro, nelle sue diverse forme e accezioni, deve tornare ad essere un oggetto popolare, di consumo.

[…]

Nel mondo dei libri, dell’industria culturale, il successo di un titolo, per quanto guidato da marketing ecc…, è in fondo decretato dai lettori che lo acquistano e lo leggono. In questo senso una fiera tipo “Librissima” può essere interessante per i lettori forti, per coloro che riconoscono l’autorevolezza della critica, dei librai o di chi a vario titolo si assume il compito di selezionare chi entra e chi no, ma rischia di essere molto distante dall’obbiettivo di rendere di nuovo popolare la lettura […]”

Marco Baleani, Ecosistema

Salone del Libro di Torino

LA GRANDE EDITORIA

Posted in editoria, note by federico novaro on 13 settembre 2013

MONDADORI_NOVARO

 

Questa lettera è stata postata da Jacopo Tondelli su fb.

Quello che più mi indigna -oltre al comportamento da banditi ricattatori che agiscono nell’impunità che dà loro la potenza dei loro cannoni- è la frase verso il fondo:

“Questo piano prevede sacrifici solidali che in questa fase sono richiesti a tutti, a partire da noi stessi.”

In realtà stanno dicendo: o pagate voi gli sbagli che abbiamo fatto noi oppure vi salutiamo.

Eppure, nella sua volgarità arrogante, questa modalità comunicativa è coerente con la pratica feticcio dell’oggi: la condivisione.

Siamo tutti amici, non c’è differenza, partecipiamo tutti dello stesso vivere.

Editori, lettori, scittori, librai, tutti amici intorno al gran falò della condivisione.

Ogni tanto però qualcuno presenta il conto.

 

Bei tempi.

 

 

BUONA LA PRIMA! A Bologna le 20 copertine più belle!

Posted in Uncategorized by federico novaro on 3 settembre 2013

BUONA LA PRIMA!
20 copertine riuscite giudicate da chi se ne intende

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Ultima pagina del testo (part.), 1

a cura di Stefano Salis

Artelibro Festival del Libro d’Arte
6-22 settembre 2013
Biblioteca Salaborsa, Piazza Coperta
Piazza Nettuno 3, Bologna

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Pagine 4 e 5 (part.), 2

BUONA LA PRIMA è una mostra pensata così: Stefano Salis, esimio copertinologo che scrive ogni settimana sul Domenicale del Sole 24ore , ha chiesto a venti persone che a vario titolo fossero rubricabili anch’esse come copertinologhe, di indicare, fra quelle uscite fra settembre 2012 e settembre 2013, la più bella delle copertine.

Più bella intesa come miglior progetto grafico, spingendo l’occhio anche dietro il risvolto, lungo il dorso, sui paratesti e così via.

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Pagina 8 (part.), 1

Le persone sono molto brave e importanti, tutte, per ragioni anche diverse, autorità da seguire, ascoltare, leggere.

La cosa imbarazzante per me ora che scrivo questo post -ma che naturalmente mi riempie d’orgoglio- è che fra queste venti persone ci sono pur’io.

Già.

Evviva!

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Segnalibro (part.), 1

Volete sapere che copertina ho scelto?

Beh, ve lo dico dopo.

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Pag. [78] (part.), 1

Prima qualche info, per esempio su chi sono i miei colleghi.

Eccoli:

Marco Belpoliti,

Alice Beniero,

Enza Campino,

Francesco M. Cataluccio,

Maurizio Ceccato,

Matteo Codignola,

Marzia Corraini,

Riccardo Falcinelli,

Beppe Finessi,

Andrea Kerbaker,

Alberto Lecaldano,

Italo Lupi,

Maria Grazia Mazzitelli,

Federico Novaro,

Domenico Rosa,

Stefano Salis,

Marco Sammicheli,

Guido Scarabottolo,

Leonardo Sonnoli,

Olimpia Zagnoli

Parlapà.

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Taglio superiore (part.), 1

Ah, devo dire anche che: la mostra è promossa da Artelibro Festival del Libro d’Arte in collaborazione con Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna – Salaborsa e AIE – Associazione Italiana Editori, e con il contributo di librerie.coop.

La cosa interessante che ci è stata chiesta è stata di non concentrarci tanto sull’idea della “più bella copertina” in senso astratto, ma in senso soprattutto funzionale, in rapporto col testo, in rapporto con gli altri titoli della casa editrice, come parte di una collana e così via: per me, un invito a nozze.

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Pagine 4 e 5 (part.), 1

Ancora, dal comunicato stampa: Le 20 copertine italiane finaliste sono visibili sul sito di Artelibro (www.artelibro.it), ma ai visitatori della mostra sarà data la possibilità di votare la propria copertina preferita, attraverso una scheda compilabile in loco.

Queste le copertine scelte

– Kyle Gann, Il silenzio non esiste, ISBN, Milano
– Hakan Nesser, La rondine, il gatto, la rosa, la morte, Guanda, Milano
– Maurizio De Giovanni, Il metodo del coccodrillo, Mondadori, Milano
– Virginia Woolf, Freshwater, Nottetempo, Roma
– Nicolò Pellizzon, Lezioni di anatomia, Grrrzetic, Genova
– Philip Hoare, Il Leviatano, Einaudi, Torino
– Collana Classici Bur, Milano
– Luciano Canfora, Il mondo di Atene, Laterza, Roma-Bari
– Henry Miller, Opus pistorum, Feltrinelli Ue, Milano
– Zygmunt Bauman, Danni collaterali, Laterza, Roma-Bari
– Timur Vermes, Lui è tornato, Bompiani, Milano
– John McPhee, Tennis, Adelphi, Milano
– Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia, Einaudi (Super ET), Torino
– Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe, Caratteri Mobili, Bari
– Kim Leine, Il fiordo dell’eternità, Guanda, Milano
– Dino Baldi, Marina Ballo Charmet, Oracoli, santuari e altri prodigi, Quolibet Humboldt, Macerata
– Concita De Gregorio, Io vi maledico, Einaudi, Torino
– Reversibility, Mousse Publishing, Milano
– Andrea Moro, Parlo dunque sono, Adelphi, Milano

Quale ho scelto io?

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Verso della copertina, carta di guardia, pag. dell'esergo (part.), 1

Ancora un attimo.

La cosa bella è che la mostra vedrà non solo i libri scelti, ma i libri corredati ciascuno da un testo che i 20 hanno scritto per motivare la propria scelta.

Questo ai miei occhi è molto interessante, perché mettere a confronto le venti motivazioni di persone così diverse, ma tutte acute nel loro mestiere, sarà cosa rara e bella.

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. pag. [75] (part.), 1

Le info le ho messe? Eccole qua:

Buona la prima!

Biblioteca Salaborsa
Piazza Nettuno 3, Bologna
6-22 settembre 2013
orari: martedì-venerdì ore 9.00-15.00
 | sabato, domenica e festivi ore 10.00-18.30 | lunedì chiuso

Bene, è ora di dire che progetto di copertina ho scelto io -ma forse l’avevate già capito:

Il ragazzo a quattro zampe, testo di Simone Bisantino, progetto grafico e impaginazione di Michele Colonna, illustrazione di Giuseppe Incampo, edito da Caratteri Mobili

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Copertina e carta di guardia (part.), 1Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Copertina e carta di guardia (part.), 2Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Dorso(part.), 1Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Quarta di copertina, dorso, copertina (part.), 1Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Quarta di copertina(part.), 2Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Verso della copertina, carta di guardia (part.), 1Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Pagina dell'incipit (part.), 1Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Pagina 7 (part.), 1Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Colophon (part.), 1

Chi segue un po’ FN non si stupirà della scelta, ecco come ne avevo parlato su L’Indice dei Libri del mese

Simone Bisantino, Il ragazzo a quattro zampe. Caratteri Mobili 2012. Pr. grafico e impaginazione: Michele Colonna; ill. di Giuseppe Incampo. Taglio superiore (part.), 1

:due punti edizioni: LA RESA DEFINITIVA

Posted in editoria, notizie by federico novaro on 2 settembre 2013

abbeʧe’darjo / FN. D

Quel ch’è fatto è reso

Con la fine dell’estate ricomincia l’anno e questa mi sembra la notizia d’editoria più significativa con la quale ricominciare (insieme a Pianissimo, per il quale rimando a un prossimo post).

Non che sia una bella notizia. Ma neanche credo sia una notizia terribile sulla quale chinarsi nel compianto.

Dicono bene sulla pagina fb i tre editori di :due punti edizioni rispondendo a un commento:

“ma adesso vi distribuirete da soli? (quelle copie sciupate fanno parecchia rabbia…come se non bastasse…)” [Filomena Grimaldi]

“Sì | MA NON DA SOLI: ci distribuiamo da soli, saltiamo intermediazioni che non funzionano più e ci prendiamo tutti i rischi economici (lo facevamo già) condividendo quelli commerciali alla pari con i LIBRAI indipendenti che credono al nostro progetto, e poi ci sostengono i LETTTORI con i loro ordini (anche online).

Sì | RABBIA: vedere libri stampati per essere macerati fa davvero rabbia, come anche trovarsi davanti a libri trattati come spazzatura. A fare davvero male è il pensiero che non sia una cosa anomala, ma che questo – fuor di metafora – sia in fondo il vero ciclo economico dell’editoria in Italia: qualcosa di ipocrita, antiecologico, autolesionista, dilatorio, fittizio e che si conclude con un grande spreco in fondo alla pattumiera.”
[:rs]

La resa definitiva è il titolo del video che :due punti edizioni ha messo su YouTube: testimonia dell’arrivo -a casa- dell’invenduto, spedito dal distributore con il quale la casa editrice ha interrotto il rapporto.

Sono mesi -anni?- che andiamo dicendo che la stortura immobilizzante del mercato, compiuta giorno dopo giorno con sempre maggior determinazione, da parte dei pochi grandi gruppi editoriali in Italia, ha fra le sue strategie la desertificazione di tutto ciò che non appartiene loro. Quando una così grande forza è in mano a così pochi è facile che piuttosto che mettersi lì a scervellarsi su cosa fare per aumentare le dimensioni del mercato ci si concentri sull’eliminazione di ogni altra scelta alternativa. Sono metodi corsari, metodi vecchi e indegni, che Paperon de’ Paperoni ha abbandonato da almeno un trent’ennio. In Italia invece si può.

Si sa, in Italia è permesso ad una medesima proprietà di possedere l’intera filiera libraria, dalle agenzie di scouting, al contratto con chi scrive, alla produzione materiale, alla comunicazione, alla distribuzione, al punto vendita.

Chi si barcamena negli spazi interstiziali fatica mille volte quello che dovrebbe faticare se il mercato non fosse preda di chi può agire in regime di concorrenza sleale sempre e comunque.

Si sa che FN non pensa che piccolo è bello, che le piccole case editrici siano di per sé cosa bella, anzi, anzi, anzi. Detto questo è innegabile che per chi non ha assunto come verità unica il fatto che una casa editrice sia soltanto un impresa che vende modi per riempire il proprio tempo e il proprio narcisismo -rispettabile in quanto tale, naturalmente- ha vita molto difficile. Che magari fai pure dei bei libri, magari riesci pure a rispettare una scrittura che non sia uniformata al gusto medio del redattore o redattrice di D di Repubblica, magari riesci pure a trovare i soldi per farlo, ma poi tutto si schianta contro un muro degno della più sterta economia di stato -solo che è privata.

Stare a insistere è possibile, ci sono marchi che ce la fanno, ma a veder così sembra che la quantità di energia richiesta sia così tanta, così inutile, che forse sarebbe meglio andarsene.

Andarsene da un’altra parte, provare a stringere nuovi legami, fra chi scrive, chi seleziona e stampa -o compone in un ebook-, chi vende, chi legge.

Per decenni s’è pensato che basta che fossero di carta e c’avessero una copertina e allora erano dei libri, erano la stessa cosa. Non è più così, se mai lo è stato.

Don Brown non è il piccolo inedito di Perec che non è il Codice medievale che non è il saggio di cultural studies che non sono un YB che non è la raccolta inedita di poesie che non è un libro d’artista.

Perché diavolo dovrebbero essere venduti negli stessi posti, alle stesse persone, negli stessi modi?

:due punti edizioni ragiona da tempo su cosa sia fare l’editore oggi -e se sia necessariamente una questione di libri; SUR ha provato un nuovo patto distributivo, Pianissimo si interroga su cosa voglia dire vendere i libri.

Insomma, strade ce n’è.

Intanto: La resa definitiva

Ah, e qui un mio articolo uscito quando i :due punti s’inventarono Hypercorpus


abbeʧe’darjo / FN. D

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