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Yukio Mishima / LA DECOMPOSIZIONE DELL’ANGELO. Feltrinelli 2012. (Recensione di Federico Boccaccini)

Posted in recensioni by federico novaro on 29 giugno 2012

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Dorso (part.), 2

La decomposizione dell’angelo
(Tennin Gosui)
di Yukio Mishima

traduzione di Emanuele Ciccarella
(licenza Arnoldo Mondadori)
art director: Cristiano Guerri

245 p. ; cartaceo, 10€ | ebook (iPhone, iPad o iPod touch) 7,99€
Feltrinelli -Universale Economica Feltrinelli 2319, Milano 2012

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Frontespizio (part.), 1

Rileggere Mishima, di Federico Boccaccini

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 6

Leggenda vuole che Mishima terminasse di scrivere le ultime pagine de La decomposizione dell’angelo (Tennin Gosui), il giorno stesso del suo celebre suicidio, unendo in un solo gesto l’artista all’individuo.
Come tre fili della stessa corda, il 25 novembre 1970, in un sol colpo ebbero termine, rispettivamente, uno dei capolavori della letteratura giapponese, la vita immaginaria del suo protagonista e quella reale del suo autore.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 2

Questa opera, quarto e ultimo volume della tetralogia Il mare della fertilità, pubblicata originariamente da Bompiani come Lo specchio degli inganni, 1970, traduzione della traduzione inglese, viene riproposta nel 2006 nei Meridiani Mondadori, Mishima, Romanzi e Racconti, vol. 2, a cura di M. T. Orsi, in una nuova traduzione dal giapponese di Emanuele Ciccarella. Questa bella traduzione, lavoro di uno dei maggiori studiosi italiani di Mishima – autore anche della prima biografia italiana, L’angelo ferito. Vita e morte di Mishima, Liguori, 2007-, torna oggi disponibile grazie all’Universale Economica Feltrinelli.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 3

Anche se è lo scrittore giapponese più tradotto in Occidente molti non leggono Mishima, o lo leggono detestandolo, perché è considerato uno scrittore di destra, un reazionario integrale, un patriottico che riassume in sé il peggio della cultura fascista omosessuale : il culto del corpo, il narcisismo virile, il cameratismo, l’amore per le armi e gli eserciti, le divise, l’ordine e la tradizione, l’ultra-nazionalismo. Il suo stile in letteratura un tempo si sarebbe definito “estetismo borghese”.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 10

Se ne parla con imbarazzo tanto nei Gay studies che nei cenacoli della critica letteraria, e questo perché sono entrambi quasi sempre ideologici.
Tendono ad interpretare l’importanza di uno scrittore gay in funzione di una certa idea di progresso verso cui l’intera comunità e cultura omosessuale dovrebbe tendere. Un progresso fatto di cose buone, fatto di solidi affetti, famiglie, bambini, ecc., i grandi valori della vita insomma. Più uno scrittore, passato o presente, li racconta e li conferma, più ci piace.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 4

È difficile dunque sentirsi rappresentati da qualcuno che scrisse la pièce de théâtre Il mio amico Hitler, e questo nel 1968!
Ma la si dovrebbe leggere insieme a Madame de Sade (1965), e si scoprirebbe che la ricerca di Mishima segue una linea non molto distante da quella che più tardi Pasolini raggiunse con Saló e che fu inaugurata precedentemente dagli studi di Bataille sull’erotismo, la morte, la letteratura e il sacro.
Si scoprirebbe inoltre che Mishima era uno scrittore profondamente ironico, a dispetto di voler sempre dipingere la sua figura come emergente da un fondo nero e funereo, ma che era allo stesso tempo feroce poiché ci ha costretto a vedere la parte oscura di noi stessi.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 5

Non che sia stato tra gli scrittori nipponici il più grande, ma ha creato qualcosa di unico imponendo attraverso la letteratura il suo disagio verso la visione comune e accettata delle cose.

Purtroppo coloro i quali sono ben informati circa il suo seppuku, e altri aneddoti sulla sua vita, sono decisamente più numerosi di quelli che hanno letto la sua opera.
Questo è il problema di quando l’artista si confonde con il personaggio. Certo, Mishima stesso permette di confondere vita e arte nel momento in cui la sua stessa morte è studiata, preparata e pensata come fosse una opera kabuki. Ma se si vuole capire la poetica di Mishima –tenendo fuori il personaggio e la sua estetica del vitalismo eroico un po’ kitsch- si devono allora slegare i tre fili, osservarli per sé, per poi riannodarli e vedere se la stessa corda tiene ancora.

La decomposizione dell’angelo ci permette questo gesto di decostruzione, tentando di sfidare certe letture facili come quella che, ad esempio, lo vuole prossimo di D’Annunzio, di evitare di interpretarlo come un comune scrittore fascista occidentale, di ripensare l’elemento omosessuale della sua letteratura indipendentemente dall’ideologia gay contemporanea che tende a rimuovere la dimensione spirituale e distruttrice dell’erotismo. I suoi prossimi sono altri, la sua stella appartiene ad un’altra costellazione, quella della mistica gay: Garcia Lorca, Genet, Pasolini, Fassbinder.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 9

Il mare della fertilità fu composto tra il 1965 e il 1970 ed è ormai parte della letteratura del XX secolo. Marguerite Yourcenar -che ha scritto forse il più bel saggio su Mishima (Mishima ou la vision du vide)- osservava che Il mare della fertilità è nella sua interezza un testamento.
Ma cosa testimonia questa opera? Ad un primo sguardo, il disfacimento del Giappone millenario corrotto dal finto sviluppo. Osservando più in particolare, l’illusione dell’esistenza. Ma testimonia anche quello strano sentimento che ci visita quando percependo la bellezza del mondo, desideriamo allo stesso tempo la sua e la nostra distruzione.

Shigekuni Honda e la sua cerebrale ricerca dell’Assoluto sono apparentemente i protagonisti dei quattro romanzi che si sviluppano nell’arco di ottant’anni; in realtà è quasi impossibile riassumere la trama di quest’opera così complessa, finemente introspettiva e profondamente intrecciata alla filosofia buddista e alla cultura nipponica. Il giovane studente Honda avrà una epifania della perfezione nel bellissimo compagno e amico Kiyoaki Matsugae –una delle figure più intense e morbose della letteratura contemporanea- il quale morirà sopraffatto dall’amore per l’amica d’infanzia Satoko, irraggiungibile poiché promessa sposa ad un alto aristocratico della corte imperiale.
Per tutto il resto della sua vita Honda cercherà l’amato Kiyoaki nelle sue diverse reincarnazioni. Prima in Isao, un giovane nazionalista campione di Kendo, poi in una principessa thailandese e infine, ormai anziano, nel sedicenne Toru, protagonista dell’ultimo capitolo della saga.
Questo peregrinare alla ricerca illusoria di qualcosa che si è perduto raffigura al tempo stesso un viaggio tra la civiltà e la storia del Giappone e il desiderio per l’irraggiungibile della mente umana che si concluderà alla fine, ironicamente e tragicamente, nella cognizione del Nulla.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Incipit (part.), 1

La decomposizione dell’angelo fu completato nella casa sul mare di Shimoda durante l’ultima estate di Mishima. Davanti la spiaggia di Udo il settantaseienne Honda, guardando quella distesa azzurra, si domanda se non fosse quello il luogo in cui avvenne la discesa dell’angelo. Una leggenda narra che un angelo scese dal cielo per bagnarsi nel mare, posò così la sua veste di piume sul ramo di un albero. Un povero pescatore passando vide la splendida veste e la prese pensando di poterla rivendere l’indomani al mercato. L’angelo non ritrovando la sua veste piumata iniziò a piangere, disperato, poiché non poteva più risalire in cielo. La notte il pescatore sognò l’angelo che gli chiedeva di restituirgli la veste rubata. Quando il pescatore si svegliò fu preso dal rimorso e la mattina andò nel posto dove aveva preso la veste e, tra i pini, trovò l’angelo in lacrime. Chiese perdono e restituì lo splendido abito. Alzandosi al cielo, per la gioia, l’angelo danzò con tanta grazia che il pescatore cadde in estasi per tanta bellezza.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 6

Ora, l’angelo per Mishima rappresenta il Giappone che ha perduto la sua veste di piume, ma sarà anche ciò che Honda vedrà in Toru, che incontra per caso riaccompagnando nei luoghi dell’angelo la sua amica Keiko, amante del corpo delle giovinette, che vuole scoprire, come una turista, il Giappone della tradizione. Ma lì dove l’angelo ha eseguito la sua danza celeste ora ci sono solo turisti che pensano a scattarsi fotografie tra bottiglie di plastica e sporcizia. Lì dove dovrebbe esserci solo bellezza regna invece la volgarità. Ma lì il vecchio Honda vede Toru “con un fiore azzurro che gli pendeva dalla fronte” e decide di adottarlo. Honda crede di ritrovare in lui un’altra incarnazione di Kiyoaki, ma è solo l’ultimo inganno.
In realtà gli angeli, nella tradizione buddista, muoiono.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 6

Ma prima di morire manifestano cinque segni “le vesti un tempo immacolate si insudiciano, i fiori della ghirlanda posta sul suo capo appassiscono e cadono, il sudore cola dalle ascelle, perde la gioia di essere”. Sono i segni della loro decomposizione, ma sono anche i segni della fine del Giappone e delle nuove generazioni. Toru è come il paese moderno, tracotante e vuoto. Si farà beffe di Honda, lo umilierà dilapidando il suo denaro finché Keiko, mostrandogli i diari di Kiyoaki, non gli rivelerà che lui non è altro che l’immagine di una immagine di una immagine senza sostanza poiché era già esistito nei sogni di Kiyoaki come sua futura reincarnazione, spingendolo così al suicidio.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 6

Prossimo alla morte, Honda si reca da Satoko, la quale si chiuse in un monastero dopo la morte di Kiyoaki. Dopo sessant’anni, l’anziano uomo cerca l’ultimo legame con il suo amato, ma di fronte alle parole della saggia Satoko, ormai divenuta badessa, Honda sente il suo Io “scomparire come una traccia d’alito su un vassoio di lacca”. Satoko non ricorda chi sia Kiyoaki, forse qualcuno che non è mai esistito, così come forse non è mai esistito Isao, la principessa thailandese e, infine, lo stesso Honda. Forse nessuno, in questo mondo, è mai esistito.
“Anche questo dipende da come si configura in ogni cuore” risponde l’anziana badessa zen. In questa vertigine nel vuoto finisce Il mare della fertilità.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Copertina (part.), 9

Spesso le grandi voci della nostra vita attraversano una zona di silenzio prima di trovarci. Secondo M. Yourcenar, queste voci erano per Mishima quelle dei giovani kamikaze morti invano che lo chiamavano ad una fine eroica perché l’Imperatore potesse tornare ad essere un dio vivente. Per Honda era quella di Kiyoaki.
Quali sono le nostre voci? L’arte di Mishima, qui nella sua espressione più compiuta, interroga feroce la reale forma umana.

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Colophon e p. 7 (part.), 1

Riassunto bibliografico:
Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Quarta di copertina, dorso, copertina (part.), 1

queer / letteratura giapponese
Yukio Mishima / La decomposizione dell’angelo
Milano : Feltrinelli. ; 245 p. ; 19,5 x 12,5 cm. – (Universale Economica Feltrinelli – 2319)
Ciccarella, Emanuele (traduzione di); Guerri, Cristiano (art director)
“In copertina: © Araki”
brossura
©Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano
prima edizione nella collezione
traduzione pubblicata su licenza Arnoldo Mondadori Editore
comparsa ne “i Meridiani” Mondadori: Mishima, Opere, 2. voll., 2006
©The Heirs of Yukio Mishima 1971
tit. orig.: Tennin Gosui

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Quarta di copertina (part.), 2

Altre fotografie de La decomposizione dell’angelo le trovate sul Flickr di FN

Su infn, il tumblr che fa eco a FN, trovate una serie di post a proposito di Yukio Mishima

Federico Boccaccini ha recensito per FN:

Grazie nebbia, di W. H. Auden, Adelphi 2011

La verità, soltanto la verità, di Helen Humphreys, Playground 2011

Lytton Strackey, di Michael Holroyd, il Saggiatore 2011

Tutte le recensioni di testi LGBTQ comparse qui le trovate belle ordinate su FN

Yukio Mishima, La decomposizione dell'angelo. Feltrinelli 2012. Art director: Cristiano Guerri. In cop.: ©Araki. Quarta di copertina, dorso, copertina (part.), 1

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